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Certificazione

In cosa consiste il percorso che conduce alla parità di genere? Come si ottiene? Quali risultati devono essere raggiunti? Che azioni devono essere messe in pratica?

La certificazione in breve

La certificazione della parità di genere fa parte delle azioni implementate nell’ambito della Strategia Nazionale per la Parità di Genere 2021-2026 e si rivolge a tutte le organizzazioni, indipendentemente dalla taglia e dal settore occupazionale.

Perché certificarsi?

Le organizzazioni che otterranno la certificazione potranno usufruire di:

  • Uno sgravio contributivo fino a 50mila euro all’anno;
  • Un punteggio premiale per la concessione di aiuti di stato e/o finanziamenti pubblici in genere;
  • Punteggio più alto nei bandi di gara per l’acquisizione di servizi e forniture;
  • Una maggiore attrattività e retention nei confronti dei lavoratori.

La certificazione può essere attribuita dagli organismi di valutazione della conformità accreditati ai sensi del regolamento (CE) n. 765/2008.

Qual è il riferimento per la certificazione?

Il riferimento è la prassi UNI/PdR 125:2022, a sua volta in linea con la prassi UNI EN ISO 26000 sulla responsabilità sociale delle organizzazioni; nella prassi di riferimento di legge:

“La prassi di riferimento per la parità di genere nelle organizzazioni prevede la misura, la rendicontazione e la valutazione dei dati relativi al genere nelle organizzazioni con l’obiettivo di colmare i gap attualmente esistenti nonché incorporare il nuovo paradigma relativo alla parità di genere nel DNA delle organizzazioni e produrre un cambiamento sostenibile e durevole nel tempo.”

Cosa viene valutato e come?

La valutazione riguarda sei aree di indicatori. Ogni area ha un peso specifico, espresso in valore percentuale, calcolato in base ai risultati ottenuti nei KPI (Key Performance Indicator) che compongono ogni area. I KPI sono differenziati in base alla taglia dell’organizzazione e alla sua classificazione ATECO. Alcuni KPI sono inoltre “evolutivi”, si basano cioè sui dati forniti dalle statistiche nazionali (ISTAT) di riferimento e sul loro andamento nel corso del tempo.

La soglia da raggiungere per l’ottenimento della certificazione è il 60%. Il monitoraggio degli indicatori è annuale, mentre la verifica è biennale: per questo è necessario che la realtà interessata dalla certificazione sia pronta a creare un gruppo di lavoro dedicato permanente sulla tematica.

Aree e pesi:

5

Area Cultura e Strategia (15%)

5

Area Governance (15%)

5

Area Processi HR (10%)

5

Area Opportunità di Crescita ed Inclusione delle donne in azienda (20%)

5

Area Equità remunerativa per genere (20%)

5

Area Tutela della genitorialità e Conciliazione vita-lavoro (20%)

Perché farsi accompagnare da una professionista dell’uguaglianza professionale?

La certificazione rappresenta una tappa intermedia, per quanto importante, nell’implementazione di una strategia sulla diversità di genere in azienda: per arrivarvi, è necessario iniziare da una diagnosi, seguita dall’elaborazione di un piano d’azione su misura.

Secondo quanto preconizzato dalla prassi di riferimento, il piano strategico deve comporsi di alcune fasi chiave: identificazione dei processi aziendali correlati ai temi in oggetto; identificazione dei punti di forza e di debolezza; definizione degli obiettivi; definizione delle azioni decise per colmare i gap; definizione, frequenza e responsabilità di monitoraggio dei KPI.

Può sembrare un lavoro insormontabile: per questo l’esperienza e l’expertise specifica di chi ha già accompagnato altre realtà è preziosa!